Hanno posto la loro firma perché hanno capito che la battaglia per l’acqua pubblica è una battaglia di civiltà per la tutela e l’accesso universale ad un bene comune:concetti incompatibili con ogni forma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita.”
Di fronte alla privatizzazione che avanza, noi grilliaresini appoggiamo da Arese (dove – ricordiamo – sono state raccolte 420 firme per i 3 referendum) la richiesta di immediata approvazione di un provvedimento nazionale di MORATORIA sia sulle scadenze previste dall’art. 23 bis della Legge n. 133/2008 (e successive modificazioni) sia sulla Legge 42/2010 che ha soppresso le Autorità d’Ambito Territoriale (ATO) in cui i Comuni avevano un peso nelle decisioni sulla gestione dei servizi idrici.
In sintesi si richiede la sospensione del processo di privatizzazione dell’acqua messo in atto dal governo, in applicazione della Legge Ronchi, almeno fin quando i cittadini italiani si siano espressi sul tema, e, di fronte ad un’eventualità di caduta del Governo ... si fa presto a capire che, se le cose "vanno storte", il nostro referendum andrà a finire al 2012, quando i processi di privatizzazione saranno già a uno stadio molto avanzato.
Con 1.400.000 firme abbiamo richiesto il referendum, adesso chiediamo che la legge aspetti la pronunciazione referendaria dei cittadini italiani.
QUI potete cliccare
per aderire
in pochi giorni e senza molta promozione hanno aderito più di 4000 persone!
La battaglia per l’acqua, per la sua riappropriazione sociale, è di per sé un valore che si inserisce in un orizzonte più vasto: quello della tutela dei diritti e dei beni comuni, nonché della tutela di nostra “Madre Terra”.
Dal 29 novembre al 10 dicembre 2010 si riunirà a Cancun la 16a COP dove, nell’ambito dell’ONU, i Governi discuteranno su una delle grandi emergenze che il pianeta si trova ad affrontare: quella dei cambiamenti climatici di cui già oggi oltre 600 milioni di esseri umani subiscono le conseguenze negative con i disastri ambientali.
Per questo a Cancun, come nel mondo, in Italia e in Lombardia, enti locali, movimenti sociali, liberi cittadini, manifesteranno per dire a chiare lettere che se il clima fosse stato una banca sarebbe già stato salvato e che il cambiamento climatico si combatte con la giustizia sociale e ambientale.
PERCHE’ SI SCRIVE ACQUA, SI LEGGE DEMOCRAZIA
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