poi ti deridono
poi ti combattono
poi vinci (Gandhi)
Anche i Cittadini di Arese hanno contribuito all'eccellente risultato dei referendum (54% degli aventi diritto al voto):
referendum dei e per i cittadini, malgrado il silenzio assordante della maggioranza aresina (PdL, Udc, Lega);
referendum senza leader, né portavoce o ispiratori, né padroni né sponsorizzazioni politiche.
E' il momento di assaporare la vittoria dei Cittadini, un risultato costruito giorno per giorno da moltissime persone in tutta Italia che da mesi e anni si sono spese in maniera gratuita e volontaria per la tutela del bene di tutti, non di pochi.
Affinché l'acqua non finisse in mano ai cannibali della finanza globale.
Da Giovanni Valentini, giornalista di Repubblica, un articolo per NON mollare:
RispondiEliminaE ora bisogna difendere il referendum, a cominciare dai quattro quesiti per cui gli italiani sono andati in massa alle urne il 12 e 13 giugno. Difendere cioè l’esito della consultazione popolare, in modo da evitare che il responso degli elettori venga aggirato o vanificato dagli espedienti e dagli artifici della politica, come purtroppo è già accaduto altre volte in passato.
La partita non è finita qui. Il popolo del Sì dovrà vigilare sull’energia nucleare, sull’acqua pubblica e sulla legalità, per impedire che il Palazzo riesca a eludere il verdetto delle urne. Dopo la vittoria nel referendum, occorre una mobilitazione permanente per garantire il pieno rispetto della volontà popolare.
Il primo obiettivo sarà probabilmente proprio la legalità. Se il governo tenterà di sostituire il legittimo impedimento con la prescrizione breve, o con qualsiasi altro marchingegno giudiziario per evitare che il premier risponda alle accuse della magistratura, bisognerà tornare in piazza a manifestare e a protestare. Il referendum continua.
Da Kyoto, in Giappone, una bella notizia che desideriamo condividere:
RispondiEliminaCarissimi amici,
oggi e' una giornata memorabile:
all'apertura del tg serale delle 7 del NHK - emittente statale giapponese
il pubblico ha visto le piazze italiane riempite dai manifestanti che
festeggiano la vittoria dei referendum (soprattutto del nucleare).
Esclusi i terremoti a Assisi o simile tragedia, non mi ricordo che
una notizia buona dall'Italia (a parte le vittorie ai mondiali) abbia
aperto il telegiornale più seguito del paese.
Voglio ringraziare tutti gli italiani che hanno votato per il Sì, le persone
che hanno lavorato per la campagna nonostante le mille insidie e le lobby potentissime.
Rappresentate una grande speranza per tutti coloro nel mondo che
sperano di mandare presto in pensione le centrali nucleari oppure di
abortirle prima che si mettano in funzione.
Il tg giapponese ha dedicato alla notizia ben più di 10 minuti dei suoi 30;
su ciò che succede ultimamente in Svizzera e in Germania; sulle voci
in altri paesi come Francia, Inghilterra e la Cina (perfino i francesi
intervistati dicevano "dovrebbero fare i referendum anche in altri paesi
per dare la voce al popolo!")
Anche gli intervistati giapponesi - a Tokyo e a Fukushima - hanno
espresso le ammirazioni e l'invidia per la vostra conquista.
Il che trovo eccezionale, perché di solito questi tg sono così
ossessionati dalla par-condicio che danno sempre un parere "contrario"
o perplesso in casi simili, senza parlare della situazione dei media
giapponesi, quasi tutti controllati dalle aziende elettriche
(la Tepco e i suoi simili).
Ho notato un'espressione di allegria perfino sulla faccia del conduttore.
Sono molto molto felice per voi e per me.
Per me, perché negli ultimi giorni, ero molto depressa, non tanto
per le pessime notizie che arrivano da Fukushima quanto per
le degenerazioni politiche giapponesi: ora gli ex partiti di governo e
una parte del partito al governo stanno facendo tutto per far fuori
l'attuale primo ministro, reo di aver fermato alcuni reattori nucleari
- considerati più pericolosi - tentando di togliere il potere alle aziende
elettriche e cercando di stringere i rapporti con i sostenitori
delle fonti alternative....
(Stiamo scoprendo il potere dei nuclearisti molto più diabolico e
subdolo.)
Spero che questa bellissima notizia dall'Italia si costituisca una nuova
fonte di energia e di coraggio per tutti coloro che vogliono liberarsi
del nucleare.
Grazie ancora con tutto il cuore.
Yukari da Kyoto
cominciamo a preparare i sacchi a pelo per occupare le piazze da veri indignati o meglio incazzati perchè con la prescrizione breve ho il presentimento che ci proveranno
RispondiEliminaa proposito di prescrizione breve Sora Cesira canta la sua...
RispondiEliminahttp://espresso.repubblica.it/multimedia/home/29246119
Riportiamo l'interessante articolo di Emilio Molinari, pubblicato sul Corriere della Sera del 16 giugno:
RispondiEliminaL'acqua ferma l'onda liberista.
Il referendum sul nucleare ha tirato la volata, ma quello sull'acqua ci ha messo l'anima profonda del cambiamento.
Ha interrotto una lunga fase, non solo quella di Berlusconi, ma quella del liberismo senza limiti di Regan, del ritiro della politica da ogni idea pubblica che ha contaminato tutti.
Viene da lontano, è figlia dei Forum Sociali Mondiali e di un lungo lavoro culturale di 11 anni e di lotte, che hanno scavato nelle coscienze dei cittadini, di dialogo con la chiesa e di confronto-scontro coi partiti.
Le privatizzazioni caratterizzeranno il dopo referendum e il dopo Berlusconi. Ma non si potrà ignorare che i cittadini hanno detto: che il servizio idrico va gestito pubblicamente e che vogliono partecipare alla definizione delle scelte che si faranno, sapendo che si scontreranno con destra e sinistra, ma sopratutto con Confindustria, Federutilty, multinazionali che hanno ripetutamente detto che le privatizzazioni devono stare al centro dell'iniziativa di qualsiasi governo.
C'è in giro il timore di un nuovo “fantasma che si aggira per il mondo”...Ed è il fantasma della partecipazione che si fa soggetto organizzato in reti nazionali ed internazionali, capace di darsi obbiettivi a tutti i livelli: dal fermare la mercificazione dell'acqua potabile, all'affermazione del diritto umano nelle istituzioni internazionali. Che ha rivitalizzato come in Uruguay e Berlino il referendum strumento della sovranità popolare. Ha introdotto il linguaggio dei beni comuni di cui oggi tutti parlano. Che non divide i popoli, non demonizza i partiti per trovare un proprio consenso, ma cerca consenso tra la gente per cambiare la cultura dei partiti e portarli a battersi con noi come è avvenuto in parte nei referendum.
Non ha chiesto: stai con Berlusconi o contro? Ha detto a tutti: guardate al mondo e ai suoi terribili problemi, sono anche nostri. Ban Ky-Moon nel 2008 ebbe a dire che siamo di fronte a una grande crisi idrica mondiale ed a una grande crisi energetica che si alimentano e provocano altre crisi, compresa quella alimentare.
Volevamo parlare di questo. Chiedere: perché l'accesso ai beni comuni indispensabili alla vita e che scarseggiano, deve essere regolato dal mercato?
Esiste ancora un interesse pubblico e una fiscalità generale? L'acqua potabile è un bene comune oppure per il fatto che occorrono interventi industriali, la sua natura diventa economica, il suo accesso diventa individuale, regolato dal mercato?
L'acqua è un diritto umano o è solo un bisogno individuale che si compera come sostengono le multinazionali e i Forum Mondiali dell'acqua partecipati da 160 governi?
Noi non abbiamo parlato di gratuità. Avremmo voluto spiegare che vogliamo garantire il diritto a tutti, a carico della fiscalità, 50 litri al giorno per persona come sostiene l'OMS e dopo tale consumo una tariffa progressiva sempre più cara per garantire il risparmio.
Per paura ci hanno resi muti. Ha parlato la politica, che trasversalmente volle le privatizzazioni, e rancorosi economisti senza anima che hanno ridotto tutto ad una questione di fredda contabilità.
Il soggetto della partecipazione esiste. Ora i partiti non sono i soli soggetti della politica, ma anche i movimenti. Un protagonista in più, che vuole incontrare con pari dignità i partiti e le istituzioni, riproporre la propria legge di iniziativa popolare che il governo non volle discutere e aprire il grande tema della costituzionalizzazione dei beni comuni.
I referendum sull'acqua ci segnala un cambiamento epocale il cui motore è stata l'acqua. Prendetene atto e non parlate sempre da contabili.
Emilio Molinari