La calura estiva sta finalmente dando un po’ di tregua, e tutti i partiti (che nel frattempo sono “tornati”) sentono l’incontenibile bisogno di fare le loro analisi, di spargere giudizi e commenti su Ravelli, su Aresefuturo e sul governo più breve della storia di Arese, etichettata come l’ingovernabile dai quotidiani nazionali.
Il problema che queste bellissime -dipende dai gusti - analisi sono poi seguìte da ricette, proposte, peraltro molto vaghe, oppure “aperture al dialogo” e chi più ne ha più ne metta. Sarebbe troppo facile dire “dovevate pensarci prima”, quando ancora lo spettro del commissario prefettizio era solo uno spettro, appunto, mentre adesso è una triste realtà. Il commissario potrà ascoltare tutti, anche noi pecore nere (non ci faremo infatti mancare la possibilità di tirargli un po’ la camicia anche noi!), ma poi deciderà cosa fare senza l’obbligo di rispettare alcuna volontà.
Mentre tutti adesso parlano di responsabilità e fanno analisi usando paroloni e roboanti frasi in latino, poche settimane fa era il M5S ad avere chiesto a tutti i consiglieri comunali di impegnarsi a rispettare il programma presentato ai cittadini, prima che arrivasse l'incognita del commissario, dimenticando solo per un attimo gli sgambetti politici e pensando al futuro di Arese.
Si parla sempre di rispettare la volontà popolare. Questo è il momento di verificarlo fino in fondo, al di la dei proclami e delle ideologie. Se gli Aresini, come crediamo, fiutando la fregatura si opporranno alla svendita del loro territorio ( o anche semplicemente al baratto, come qualcuno propone), allora avremo davvero modo di influenzare le scelte commissariali, nel nome della volontà popolare.
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