Facciamo prosecuzione ai nostri:
-post del 25/10/2010 con il quale denunciavamo il diniego di accesso agli atti da parte della nostra amministrazione in quanto, come prescritto dalla legge 241/90, non potevamo dimostrare “un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso”;
-post del 4/1/2012 col quale, avendo scoperto che, secondo la Direttiva Governativa ( commissioneaccesso.it) per l’accesso agli atti dei cittadini residenti non è necessario addurre alcun interesse, ritenevamo che l’amministrazione fosse finalmente obbligata a spalancare gli archivi così gelosamente custoditi;tale Direttiva, nel caos della legislazione nazionale, si prefiggeva di chiarire l’interpretazione di due leggi (241/90 e 142/90) in conflitto fra loro.
Abbiamo purtroppo dovuto constatare che ci eravamo illusi in quanto il problema che ritenevamo risolto si è ripresentato. Ai primi di ottobre infatti, preoccupati dalla voci che circolano, secondo le quali la nostra Commissaria, per non dover restituire alla Soc. Tea qualche milione di oneri di urbanizzazione incassati dal Comune per capannoni mai costruiti, sarebbe costretta a firmare l’Accordo di Programma per l’area ex Alfa Romeo, allo scopo di poter meglio valutare la situazione avevamo chiesto di poter prendere visione della licenza di costruzione n° 28 rilasciata in data 27/9/2011 alla Tea subentrata alla A.B.P. quale proprietaria dell’area. Il responsabile del settore ci ha comunicato di non poter dare corso alla nostra richiesta in quanto non siamo portatori sani della solita cantilena di interessi diretti concreti etc etc previsti dalla legge 241/90. Siamo andati a controllare sul web e purtroppo abbiamo riscontrato che la Direttiva Governativa di cui sopra non può più essere considerata valida in quanto la legge 142/90 è stata abrogata. Abbiamo pertanto amaramente preso atto che nulla è cambiato e che continua ad imperare l’atavico oscurantismo praticato dalle p.a. nella gestione degli atti impropriamente detti pubblici. Gli affari delle p.a. non sono affari nostri ma affari loro. L’unica categoria favorita nell’accesso agli atti rimane quella dei concorrenti (ove esistano) agli appalti pubblici che abbiano qualcosa da recriminare. La tanto decantata trasparenza della p.a. in pratica non esiste, è la classica presa per i fondelli e per ora rimane a livello di chimera, di misero sogno nel cassetto; la casta dei burocrati continua ad essere restia anzi assolutamente contraria a qualsiasi apertura degli archivi che dovrebbero invece essere di pubblico dominio.
Ma, ci chiediamo noi, tutta questa reticenza a chi giova? Non è comunque deleteria in quanto contribuisce ad incrementare la diffidenza e la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni inducendoli a pensare alla presenza di scheletri negli armadi? Cosa ci può essere di segreto in una licenza di costruzione che i cittadini non devono conoscere? E per favore non ci prendano per i fondelli parlando di riservatezza da proteggere; nel caso specifico non riusciamo a immaginare come possa entrarci la privacy. Secondo noi tutto questo segreto che grava sugli atti non ha senso; questi misteriosi atti dovrebbero addirittura essere consultabili con un semplice click sul sito web del Comune. Quanto tempo dovrà ancora trascorrere prima che questa utopia si realizzi? Per ora possiamo solamente sperare nel buon cuore di qualche Consigliere che (quando in carica) si metta a disposizione dei cittadini per qualsiasi accesso agli atti negato dall’amministrazione, così come aveva fatto la Consigliera del M5S (vedi il nostro post ACCESSO AGLI ATTI del17 maggio u.s che aveva suscitato tanto scalpore).
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