Facciamo prosecuzione all’ultimo nostro post sul tema del Centro Sportivo per informare che il 14 marzo abbiamo avuto un incontro con la Dr.ssa Pavone e il Geom. Milani in merito alle sorti del CSDA.
Il commissario ci ha più volte ribadito che tutte le sue azioni sono state dettate dalla esigenza di riconsegnare al più presto gli impianti sportivi ai cittadini, addirittura entro l’estate.
Facendo presente la limitazione dei fondi (che noi non riusciamo a capire in quanto bastava rinunciare ad altre opere assai meno importanti), ha precisato di aver letto i nostri suggerimenti e di aver cercato (vedi Delibera 52 del 7 marzo) di inserirli nel bando di gara per la gestione del centro che prevede infatti che il canone di concessione possa essere rinegoziato nel caso di elaborazioni di piani concordati fra le parti che prevedano la realizzazione di opere, interventi, iniziative tesi a migliorare l’efficienza energetica degli immobili e degli impianti.
Noi ce lo auguriamo ma non riusciamo ad immaginare quali importanti interventi di risparmio energetico si potranno eseguire con l’importo dei 6 anni di concessione quando la base di partenza è di 40.000 euro l’anno.
Sia lei che il Geom Milani hanno affermato che ci saranno comunque riduzioni dei costi di gestione grazie alla installazione di pannelli solari e alla sostituzione di caldaie; in sostanza ritengono di consegnare le strutture in condizioni migliori di quanto pensiamo noi, si tratta di strutture decisamente vecchie che però nel breve periodo possono ancora servire.
Noi comunque, per il paziente CSDA, affetto da una grave forma di inefficienza energetica come facilmente diagnosticabile dalle bollette del gas e della luce, non prevediamo alcuna duratura guarigione; i trattamenti cui verrà sottoposto rivolti alla messa in sicurezza degli impianti, pur includendo alcuni palliativi energetici, non risolveranno l’annoso problema degli alti costi di gestione, che in passato si aggiravano attorno a 400.000 euro l’anno.
Il progetto definitivo/esecutivo dei lavori non include infatti:
* serie coibentazioni degli edifici,
* la copertura dei tetti con pannelli fotovoltaici,
* impianti di riscaldamento dell’acqua sanitaria con sistema misto pompe di calore/solare termico,
* l’utilizzo del geotermico orizzontale per il riscaldamento della piscina.
Questa, con una visione a medio/lungo termine, doveva essere l’occasione da non perdere per ristrutturare seriamente il CSDA evitando problemi futuri per carenza di fondi (ricorrere al project financing significa consegnare il centro ad un privato per i prossimi 30/40 anni), evitare costi addizionali quali:
rimettere in piedi costose impalcature,
rimettere le mani su coperture appena rifatte,
eseguire scavi per l’utilizzo del geotermico orizzontale.
I fondi c’erano, bastava impiegarli bene e non sprecarli in opere non necessarie. Ma ormai è inutile recriminare, il progetto è diventato esecutivo in tempi da record tenendo come al solito i cittadini all'oscuro di tutto, i lavori stanno per partire ed è assurdo pensare di fermarli.
Il commissario ci ha congedato affermando che lascerà Arese con meno problemi di quelli che pensiamo, con altre ma poco rilevanti problematiche, ma anche con parecchi fondi previsti in arrivo, in particolare nel secondo semestre 2014, da oneri di urbanizzazione (non ha specificato la provenienza) e fondi regionali (forse Expo?). Noi, nella certezza che il filone degli oneri di urbanizzazione si stia ormai esaurendo, proponiamo che questi fondi vengano utilizzati per l’unica opera veramente importante per la nostra città e cioè il centro sportivo.
Interessante sull'argomento il parere in qualità di esperto del Dr. Stefano Carli, ultimo Presidente della Fondazione Arese Cultura e Sport, che ringraziamo per la sua disponibilità, il quale ha dovuto affrontare in prima persona le ultime vicissitudini del nostro CSDA.
Per concludere, possibile sia così difficile trovare gente che amministri la cosa pubblica con la diligenza del buon padre di famiglia?
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Noi ce lo auguriamo ma non riusciamo ad immaginare quali importanti interventi di risparmio energetico si potranno eseguire con l’importo dei 6 anni di concessione quando la base di partenza è di 40.000 euro l’anno.
Sia lei che il Geom Milani hanno affermato che ci saranno comunque riduzioni dei costi di gestione grazie alla installazione di pannelli solari e alla sostituzione di caldaie; in sostanza ritengono di consegnare le strutture in condizioni migliori di quanto pensiamo noi, si tratta di strutture decisamente vecchie che però nel breve periodo possono ancora servire.
Noi comunque, per il paziente CSDA, affetto da una grave forma di inefficienza energetica come facilmente diagnosticabile dalle bollette del gas e della luce, non prevediamo alcuna duratura guarigione; i trattamenti cui verrà sottoposto rivolti alla messa in sicurezza degli impianti, pur includendo alcuni palliativi energetici, non risolveranno l’annoso problema degli alti costi di gestione, che in passato si aggiravano attorno a 400.000 euro l’anno.
Il progetto definitivo/esecutivo dei lavori non include infatti:
* serie coibentazioni degli edifici,
* la copertura dei tetti con pannelli fotovoltaici,
* impianti di riscaldamento dell’acqua sanitaria con sistema misto pompe di calore/solare termico,
* l’utilizzo del geotermico orizzontale per il riscaldamento della piscina.
Questa, con una visione a medio/lungo termine, doveva essere l’occasione da non perdere per ristrutturare seriamente il CSDA evitando problemi futuri per carenza di fondi (ricorrere al project financing significa consegnare il centro ad un privato per i prossimi 30/40 anni), evitare costi addizionali quali:
rimettere in piedi costose impalcature,
rimettere le mani su coperture appena rifatte,
eseguire scavi per l’utilizzo del geotermico orizzontale.
I fondi c’erano, bastava impiegarli bene e non sprecarli in opere non necessarie. Ma ormai è inutile recriminare, il progetto è diventato esecutivo in tempi da record tenendo come al solito i cittadini all'oscuro di tutto, i lavori stanno per partire ed è assurdo pensare di fermarli.
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